Il decentramento della produzione, che é un fenomeno organizzativo della catena produttiva e di marketing relativa all’impresa, é il prodotto di una tendenza consolidata negli anni ottanta ed acceleratasi a partire dagli anni novanta, la quale ha generato la profonda trasformazione della realtà industriale nel settore dell’industria  manifatturiera.

L’impresa manifatturiera, nel corso dell’evouzione di questa tendenza, ha teso ad affidare sempre più ad aziende esterne l’esecuzione di fasi del processo produttivo, con l’obiettivo di ridurre i costi fissi.

Il decentramento, tuttavia, può rispondere e spesso risponde anche ad esigenze strategiche di imprese o tra imprese, che si pongono fra loro in rete non solo per ridurre  costi di produzione ma ormai sempre piú diffusamente con il fine di sviluppare un marketing territoriale, regionale o globale, spesso connotato dalla nascita o sviluppo di nuovi segni distintivi, che negli ultimi anni sono spesso sorti o si sono consolidati a livello internazionale a seguito di percorsi di integrazione industriale oramai orientati dalle esigenze di competizione sovranazionale.

La tendenza é potenziata e diffusa a partire dagli anni novanta, momento in cui si registra, un potenziamento della costituzione di unità produttive all’estero, alle quali vengono esternalizzate cicli di lavorazioni dell’impresa.

Le decisioni e scelte di decentramento passano, quindi, per valutazioni di complementarietà e di integrazione dei processi e dei prodotti tra imprese ed innescano logiche che comportano decisioni ed influenze reciproche nell’ambito di quella che è un struttura di rete ormai tendenzialmente sovranazionale, organizzata in funzione degli obiettivi, della strategia condivisa, delle risorse disponibili alla rete.

1.2  Il decentramento produttivo dell’impresa italiana in Albania: l’esperienza dei façonisti italiani operanti in Albania

Il fenomeno si registra anche in Albania ove, sempre per le necessità imprenditoriali legate alla competitività citate, nel settore manifatturiero – segnatamente nel comparto tessile e dell’abbigliamento e calzaturiero – si assiste al sorgere di unità produttive in forma di persone giuridiche di diritto albanese, costituite con il supporto di investimenti stranieri ed in misura massiva italiani.

Dette operazioni imprenditoriali si realizzano, anche in Albania, tendenzialmente con due modalità.  

Alcune unità produttive hanno autonomia e indipendenza decisionale rispetto ad uno specifico cliente, in quanto producono per conto di più società clienti;

Altre non sono dotate di autonomia, in quanto o giuridicamente controllate dalla controllante straniera ovvero, pur se non giuridicamente controllate, lo sono di fatto poiché versano in situazione di subordinazione contrattuale, in quanto fornitori di detto cliente unico.

Le scelte strategiche dei façonisti stranieri che hanno costituito in Albania impresa con impianto di azienda produttiva nel Paese, in alcuni casi sono state animate dall’intento di rispondere ad una esigenza di fondare impresa di produzione in Albania che effettui lavorazioni per conto della propria società in Italia, titolare del marchio, ciò per reggere la competizione sul mercato globale.

Più diffuso nella prassi è lo schema di società fondate in Albania da terzisti che producono per conto di uno o più clienti committenti non albanesi, sempre per l’obiettivo di produrre a prezzi più competitivi.

Con riferimento all’industria del façon, la scelta del Paese destinato ad ospitare il nucleo produttivo all’estero, è generalmente innescata e condizionata dalla ricerca, da parte dell’imprenditore, delle condizioni di realizzazione del prodotto al più basso prezzo ed al miglior livello di qualità acquisibile, oltre che dalle possibilitá di gestire gli ordinativi in modo tale da offrire alla committenza flessibilitá e  rapiditá.

Tale esigenza, genera l’attenzione del faconista al fattore tempo di esecuzione, all’incidenza delle procedure burocratiche, all’abilità dell’operaio e degli impiegati formati, alla logistica, alla pressione fiscale, per citare alcune tra le più importanti variabili considerate di interesse dall’imprenditore e meglio analizzate in seguito, nel dettaglio.

1.3  L’industria manifatturiera  

La presenza nel mercato mondiale di competitors operanti a livello internazionale, la cui offerta “qualitá/prezzo” – in particolare per prodotti standardizati di medio livello qualitativo, che sempre maggiormente incontrano l’interesse e la necessitá del consumatore medio – si presenta come altamente competitiva economicamente.

Questa sfida alla competizione territoriale, regionale e globale, che incontra nell’aspetto economico un elemento di forza, é alimentata da vantaggi derivanti da una protettiva politica doganale, da una bassa pressione fiscale, da bassi costi della manodopera, da procedure legislative ed amministrative molto  esemplificate, tanto per citare alcune tra le piú significative variabili. Essa genera la conseguenza di un sempre maggiore impatto massivo, sul mercato internazionale, di prodotti di medio livello qualitativo a prezzi altamente concorrenziali.

Questa tendenza é stata all’origine di un percorso di adattamento ad una concorrenza internazionale che ha indotto le imprese manifatturiere a decentrare in tutto o in parte la produzione all’estero.

Tuttavia la sfida per la competitivitá passa anche per il tramite della esaltazione della abilitá manuale, tecnica e creativa dell’artigiano, della qualitá dei materiali impiegati, della innovazione tecnologica dei prodotti e dei processi, della valorizzazione del design e della provenienza geografica di prodotti e servizi, spesso collegati con un area geografica di provenienza.

Le scelte del consumatore, specialmente del consumatore particolarmente attento alla qualitá, sono molto condizionate da quella specifica rinomanza del marchio, dalla percezione dell’esistenza di una identitá tra un determinato prodotto ed il Paese o la regione produttrice dello stesso, dalla rinomanza della manualità degli artigiani operanti in quel distretto o in quel macro-distretto industriale.

Per questo motivo, il trend dell’industria manifatturiera si tende ad orientare naturalmente e con successo in quelle nicchie di mercato contraddistinte da richieste di quei consumatori che sono rivolte ad acquisire beni di alta qualitá, che sono al relativo “riparo” da logiche che siano soltanto di mero risparmio  economico o di delocalizzazione.

Di qui la sfida del mercato, che impegna il governo del territorio, la ricerca  e l’impresa non solo in scelte strategiche destinate ad affrontare la competizione a livello del territorio, ma anche in ambito regionale e globale.

1.4  Manifattura e façon in Albania e l’elemento di interesse comune: il “fattore uomo”

Si registra in Albania la presenza di micro-imprese e di piccole imprese, alcune anche costituite a partecipazione italiana, che sviluppano attività di manifattura ad opera di talentosi artigiani e manager albanesi ed sembra opportuno rilevare che il processo in corso di consolidamento del “made in Albania” nei settori strategici, è e sarà pietra angolare del potenziamento del settore.

L’impresa certamente pensa all’estero per esigenze di abbassamento dei costi di produzione o anche di marketing territoriale; una esigenza che l’imprenditore sente  come pressante per fronteggiare il veloce cambiamento delle logiche della competizione, dovendosi riconvertire o dovendo adattare produzione e strategia per fronteggiare una concorenza che travalica i confini del proprio Paese.

Ma il dato che ci sembra interessante rilevare, in termini di proposta di lettura, è l’evidenza che sia il mercato a imporre cambiamenti ma anche ad esprimere da sé le soluzioni: nell’attuale momento storico, l’attenzione – per chi fa della manualità un mestiere – non può non essere rivolta all’uomo, all’esaltazione del know-how, alla cura della formazione, alla tutela delle specificità del territorio che esprime un prodotto di provenienza geografica.

Qualunque sia la strategia che ha originato la scelta di impiantare una unitá produttiva in Albania da parte di soggetto di diritto straniero, non ci sembra improprio affermare che l’impresa italiana – pur nella realizzazione del proprio interesse imprenditoriale – abbia generato l’effetto di aver contribuito, laddove ha operato, a consolidare consapevolezze e professionalità con la formazione di svariate migliaia di lavoratori del comparto di riferimento.

E’ il fattore uomo, l’elemento su cui investire, così come è testimoniato anche da quelle esperienze di successo che gli investimenti sul fattore uomo fatti dagli imprenditori façonisti, tra cui molti italiani operanti in Albania, hanno ottenuto a livello di impresa grazie agli investimenti sulla formazione.

E’ il  “fattore uomo” che è elemento cardine del successo del brend dell’impresa e del brend ”Paese”, spesso legato al primo.

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